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martedì 15 aprile 2014

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Quello che stai per vedere è un breve stralcio di un clinic di Ettore Messina che racconta la differenza tra Basket europeo e NBA dopo la sua esperienza nei Los Angeles Lakers.

Nella mia continua ricerca di crescita in qualità di tecnico (conto di diventare un buon allenatore entro 300 anni) mi trovo spesso a dover sintetizzare milioni di parole ed esempi in concetti essenziali.

In questo video Ettore Messina individua in pochi secondi una differenza tra Basket Europeo e Basket NBA, che è sopratutto una differenza di qualità e mentalità:

"Mentre nel Basket europeo sei un buon allenatore se il tuo sistema d'attacco riesce a portare al tiro un giocatore smarcato (dove è ovvio che si cerca di portare al tiro quelli che tirano meglio), nella NBA sei bravo se riesci a mettere la palla in mano il maggior numero di volte ai tuoi best players, anche se marcati: poi se la gestiscono loro, in quanto campioni, in quanto capaci di fare canestro anche con l'uomo addosso".


Ettore Messina, differenza tra NBA e basket europeo by Edoardo Osti  
Spesso le cose più luminose sono anche le più semplici.

Io credo che questa differenza la si possa applicare anche nel nostro sport, dove spesso i tecnici si dividono in

  • chi ha la certezza di poter piazzare la palla in mano ad un uomo che poi non deve far altro che spingere la palla in una porta vuota,
  •  e chi invece vive ogni giorno con la consapevolezza che lavorando sulle basi tecniche poi riuscirà ad ottenere dal suo team grandi cose. 
 Ma non voglio essere esaustivo, mi piacerebbe aprire una discussione e renderla disponibile a tutti con il chiaro intento di far fare un passo avanti a chi ne ha bisogno. Come me.

2 commenti:

  1. E' interessante questa differenza di mentalità. Ma mi sorge una domanda: se si imposta il gioco "all'americana" non siamo troppo dipendenti dai nostri best player?
    In più il gioco rischia di diventare molto prevedibile, e facilmente contrastabile da parte degli avversari. In ogni squadra ci sono i giocatori più forti su cui impostare la maggior parte dell'azioni d'attacco, ma ci vogliono alternative. Senza le alternative, contro una difesa organizzata e pronta si rischia che l'attacco diventi sterile. In più se i "gregari" non vengono considerati perdono la tranquillità e si sentono deresponsabilizzati esprimendosi al di sotto del loro potenziale.
    Ciao

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  2. Waterpolo, qui non si tratta di impostare un gioco all'americana. Non stiamo parlando di tattica ma di impostazione del lavoro che la precede di svariati anni e di cui la tattica è sintesi estrema.

    Pensi forse che l'allenatore che si trincera dietro esasperati tatticismi non preveda comunque di far tirare il miglior giocatore?

    Io mi riferisco ad una visione più dinamica della tua, il messaggio che deve passare è che il lavoro migliora, quindi paga: Il sabato, quando i miei compagni più forti saranno chiusi dagli avversari, avrò la mia occasione. Se settimana dopo settimana avrò lavorato bene, saprò coglierla, e col tempo potrò colmare il gap che mi separa dai "best player" della mia squadra.

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