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mercoledì 22 agosto 2012

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No, non sono mai stato un nostalgico, di quelli che dicono che la pallanuoto di un tempo era più bella etc.etc.

Però sono fermamente convinto che se tra le esperienze del passato ne esiste una utile al futuro, bè, allora andiamocela a riprendere.

Era il 1997, o forse il 1998. In sella alla Nazionale azzurra c'erano Rudic ed un certo Alessandro Campagna, che, appesa la calottina al chiodo, entrò nello staff del Settebello. Tra i suoi compit, lo ricorderete, c'era quello di condurre, insieme ad una competente e intelligente (e anche carina) giornalista RAI di cui non ricordo il nome, una trasmissione intiolata "4 metri", che dava appuntamento agli appassionati di pallanuoto ogni martedi su Rai 3.

In questa trasmissione si parlava del campionato e Sandro commentava le situazioni di gioco del week-end che riteneva avere contenuti utili a fare sharing televisivo: si andava dalla situazine elementare che permettesse ai neofiti di addentrarsi meglio nei meandri del nostro sport di non sempre immediata lettura, alla fisicità di uno scontro anche brutale (un capitolo televisivo che attrae molti telespettatori), passando per una situazione "da casistica".

Questa trasmissione nasceva da un obbligo, quello che le società avevano di far riprendere da una emittente privata ogni gara, e di consegnare al termine di essa una videocassetta nelle mani della coppia arbitrale, che aveva poi il compito di consegnarla in poche ore a Roma, per permettere a "4 metri" di avere carne da mettere al fuoco.

Il meccanismo era semplice, e credo che sia l'unico che possa funzionare nel nostro sport: 

  • La FIN imponeva le riprese televisive ad ogni società di A1
  • Le società erano così spinte ad una crescita organizzativa interna (contatti con televisioni, che costano, e conseguente tentativo coprire tali spese con lo sfruttamento dello spazio televisivo a fini pubblicitari, cioè allargando la base di sponsor e i servizi da dedicare loro).
Insomma, la pallanuoto cresceva perchè obbligata a farlo. Sono ormai rassegnato a credere che le nostre società non vogliano crescere, ma che lo facciano solo se costrette a farlo. Esattamente come avvenne in quegli anni. Esattamente attraverso un meccanismo premiante per tutti, e che vorrei che FIN e Società recuperassero dal passato per tornare ad avere uno spazio televisivo tutto nostro.

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2 commenti:

  1. Caro Edo, per le spiegazioni citofonare FIN. Perché l'obbligo di riprese televisive sussiste ancora (pagina 4 del Regolamento Generale), ma ai club non è consentito gestire individualmente i diritti televisivi per le dirette (esclusiva RAI, che poi vadano in onda o no dev'essere considerato un insignificante dettaglio). E i club quindi provvedono in proprio al compitino fornendo una ripresa a camera fissa, visto che il regolamento non fissa alcuno standard minimo per la qualità della riprese salvo richiedere testualmente "copia della registrazione dell'incontro su cassetta Betacam od altro standard", insomma un invito all'antiquariato audiovisivo. Ora, se l'accordo tra FIN e RAI prevedesse l'esclusiva per le solite due partite settimanali lasciando libera la gestione dei diritti delle restanti partite probabilmente le società avrebbero qualche interesse in più a cercare di convincere un' emittente locale a sacrificare un'ora di televendita o di cartomanti per trasmettere una partita di pallanuoto. Troppo facile?

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  2. Ciao Ale.
    Si, troppo facile. Sembra che dimentichiamo di fare le cose facili e ci incartiamo nel tentare vie tortuose.
    Secondo te perchè è stato modificato questo sistema?
    CHI lo ha modificato?

    RispondiElimina

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