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lunedì 13 agosto 2012

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"E' bene che chi da oggi sale sul carro dei vincitori capisca di avere una responsabilita' enorme per il destino della pallanuoto. Ammesso che gli interessi".
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Peccato, ci credevo. Qualsiasi sconfitta lascia l'amaro in bocca, perfino quella che ti premia con l'argento olimpico ha un sapore cattivo.

Eppure e' un risultato straordinario, la conferma del titolo mondiale, la prova che questa squadra e' ai vertici.

Questa squadra, non il nostro movimento, al contrario della Croazia, punta di un iceberg dentro cui i 150 fondamentali di tecnica individuale e i 150 di tattica individuale codificati da Bato Orlic sono il linguaggio unico di una regione, quella balcanica, che in questo modo resta al vertice negli anni.

La diretta conseguenza e' una Croazia che gioca per certi versi come nel 2007 ai mondiali di Melbourne: massima espressione qualitativa dell' 1contro1 in difesa, micidiale sfruttamento delle pecche altrui ( avete visto con quanta attenzione hanno portato Premus in marcatura su Hinic e Dobud, per colpire il reparto dei centri azzurri, gia' reso precario dalle cattive condizioni di Aicardi?), grande qualita' nelle fasi di superiorita' ed inferiorita'.

Dimentico certamente qualcosa ma non e' mia intenzione fare una analisi tecnica.

Quello che voglio dire e' che la nostra squadra non e' costantemente alimentata come il modello balcanico permette ai nostri (3) avversari: a Rio Tempesti avra' 37 anni, Felugo 35. Sapranno essere nuovamente decisivi? Se avessimo un modello nazionale di produzione, potremmo vincere a Rio grazie all'esperienza di questi giocatori, non all'importanza e al peso che hanno attualmente e che andra' diminuendo nei prossimi anni.

E' bene quindi che chi da oggi sale sul carro dei vincitori capisca di avere una responsabilita' enorme per il destino della pallanuoto. Ammesso che gli interessi.

Ma se gli interessa occorrera':

1. Blindare per il quadriennio il migliore tecnico-stratega al mondo, Alessandro Campagna
2. Avviare un progetto nazionale per la creazione e lo sviluppo di scuole pallanuoto laddove non esistono, il potenziamento e l'unificazione di linguaggio tecnico laddove gia' producono giocatori di livello
3. Sfruttare a livello mediatico l'oro mondiale e l'argento olimpico
4. Rendere ogni singola societa' che pratica pallanuoto come parte integrante di un progetto, e quindi responsabilizzarla al fine di un obiettivo comune.

Creare, insomma, un modello tutto nostro, aggiungendo l'ingrediente mediatico, primi tra tutti.

Se non ora, quando?

Edoardo Osti
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8 commenti:

  1. Condivido il tuo intervento, ma come ben sai temo ancora una volta che le tue parole cadranno nel vuoto....
    Ho da poco scritto un intervento relativamente a cosa il connubio Pro Recco-Volpi lascia al mondo della Pn ed ho terminato proprio con la tematica relativa ai settori giovanili.....
    Un grosso saluto!!!

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  2. Aggiungerei anche che è necessario creare una Federazione Italiana di Pallanuoto e non relegarla dietro a quella del nuoto. Credo che i tempi siano maturi e ci sia anche gente disposta a sbattersi. Non credi?

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  3. tutto questo che lei dice e una situacione klon di quello que capita in Spagna ,purtropo anche noi non abiamo sfutato il momento prima dopo atlanta 96 kai gli 2 mondiale di seguito

    vi saluto






















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  4. @Albi, io non sono così convinto che il lancio dela pallanuoto parta necessariamente dalla fondazione di una Federazione a parte. Mi piacerebbe molto, ma metterebbe a forte rischio la partecipazione alle Olimpiadi, che ci regala un pò di visibilità ogni 4 - quattro - 4 anni!

    Credo che occorra sbattersi prima su alte strade. Ma è ovviamente una mia opinione.

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  5. @Edo (o chiunque altro legga qui): mi sapresti fornire un riferimento normativo riguardo alla tua frase " Mi piacerebbe molto, ma metterebbe a forte rischio la partecipazione alle Olimpiadi"?

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  6. @Ale - purtroppo non sono in grado di darti normative precise, perchè non le ho. Credo che sia un rischio connesso alla creazione di una nuova federazione: se non riconosciuta dal CONI non rientrerebbe nei piani olimpici.

    Mi auguro di sbagliare.

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  7. Se il problema è solo questo, non è un problema. Posto che una separazione dalla FIN dovrebbe essere consensuale (e quindi nessuno dovrebbe mettersi di traverso), si tratta di disciplina olimpica già in possesso di struttura organizzativa, presenza sul territorio ben superiore ai minimi richiesti dal CONI per le "Nuove Discipline Sportive", dotata di suoi campionati giovanili e assoluti; insomma, anche solo per riconoscenza e meriti sportivi il CONI dovrebbe semplicemente prendere atto. Qualcuno tempo fa parlava di numero minimo di tesserati: mi volete dire che il Taekwondo (col massimo rispetto, s'intende) ha più tesserati della pallanuoto? Eppure è sport dotato di federazione autonoma e partecipa con successo ai Giochi Olimpici.

    Infine, un'osservazione: sarà un caso che i paesi pallanuotisticamente più evoluti (Croazia, Serbia, Ungheria) abbiano una Federazione Pallanuoto indipendente dal nuoto?

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  8. Sono completamente d'accordo con Alby e con Ale
    E' logico che la federazione nuoto abbia più interesse a difendere gli interessi dello sport "principe" ovvero di quello con più tesserati.
    Nuoto e pallanuoto inoltre sono sport diversissimi (almeno diversi come atletica e calcio).
    Una federazione pallanuoto sarebbe sicuramente più attenta alle esigenze di questo sport e sarebbe più interessata alla visibilità, alla organizzazione, alla ricerca di sponsor inoltre spingerebbe maggiormente per la costruzione (e la miglioria) degli impianti.

    Volevo inoltre far notare che altri sport condividono con la pallanuoto la grande tradizione sportiva, i successi mondiali e l'assenza di una federazione specifica... (tipo l'hockey su pista) e come la pallanuoto sono scarsamente visibili e decisamente periferici. Mentre gli sport di squadra con grande visibilità hanno tutti una loro specifica federazione: calcio, basket, pallavolo, rugby

    PS: una federazione non è "la" soluzione, è solo un passo verso il miglioramento

    Saluti

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